Mentirei se dicessi che avevo pianificato di fare prima o poi un viaggio in Corea
del Sud.
Non che la ritenessi un brutto posto, ma obiettivamente non esercitava
su di me alcun fascino, la reputavo abbastanza anonima, un posto moderno privo di
qualsiasi attrattiva.
Mi dicevo, se proprio devo andare fino a là in
fondo, piuttosto vado in Giappone.
Quanto mi sbagliavo!
A onor del vero in Corea del Sud ci siamo andati per motivi differenti dal turismo,
se hai letto 4 maghi a Stoccolma
o 4 maghi in Cina, saprai che ogni
3 anni vado alla World Magic Championship (il campionato del mondo
dei prestigiatori) e il caso ha voluto che nel 2018 fosse a Busan.
A questo punto mi sono detto, visto che vado fino a là, tanto vale girarmela
un po’ tutta.
Se anche tu hai dubbi sulla Corea del Sud come meta di un viaggio, vediamo se
riesco a farti cambiare idea con questo racconto, le foto e alcuni divertenti video
che ho girato… sì, perché come scoprirai leggendo, la Corea
del Sud è soprattutto divertente.
Che le stranezze di questo paese ci avrebbero divertito lo abbiamo capito già
mentre stavamo atterrando, quando le coreane si sono messe i bigodini e così
agghindate sono sbarcate dall'aereo.
Ma questo è niente, il bello deve
ancora arrivare...
Busan, la classica prima foto
Sapete qual è la prima fotografia che scatta chiunque vada in Corea?
Questa!

In effetti, dopo un lungo viaggio in aereo, è normale che si debba andare
in bagno.
Il problema è che non è per niente evidente, espletati i bisogni,
quale sia il pulsante che si deve premere per tirare l’acqua. Passi le scritte
in coreano, ma anche le icone secondo me non sono per niente esplicative.
Ma
potrebbe andarvi addirittura peggio: nel nostro primo hotel, la reception oltre
a darci le chiavi della stanza ci ha dotati di un unico telecomando pieno di piccoli
incomprensibili pulsantini per gestire la domotica. Provare a chiedere istruzioni
al concierge è una battaglia persa in partenza, ci siamo ben presto resi
conto che la lingua inglese in Corea è tutt'altro che praticata.
Perché non hai usato la funzione fotografica di Google Translator?
Ah ah… la risata dovrebbe farvi capire l’inutilità di tale funzione
applicata al coreano.
A parte la foto del cesso, Busan offre molti spunti fotografici, nonostante sia
essenzialmente un cittadone sul mare.

Il coloratissimo villaggio di Gamcheon è diventato dimora
fissa di artisti che lo hanno riempito di sculture e murales. I locali lo hanno
soprannominato la Machu Picchu della Corea, io
non mi spingerei così tanto avanti, però una mezza giornata di passeggio
la consiglio.

Anche il bellissimo e scenografico tempio di Yonggungsa merita
una visita, la sua posizione in riva al mare mi ricordava
Tulum, anche se stiamo parlando di due
cose completamente diverse.

Un posto in cui raccomando sicuramente di andare è il mercato
del pesce di Jagalchi, qui come anche poi a Seoul l’esperienza culinaria è
unica. Al piano terreno di questa immensa struttura moderna troverete le rivendite,
dove puntando il dito potrete condannare a morte i pesci esposti nelle vasche.
Una volta completato l'acquisto, verrete immediatamente avvicinati da un cameriere
che vi porterà al piano di sopra dove sono ubicati tutti i ristoranti. Dovrete
solo dirgli come volete cucinare l'ecatombe di pesce acquistato (crudo, alla griglia,
al vapore, ecc.) e abbuffarvi.

La palma di piatto di pesce crudo più strano da degustare la vince il
sannakji, un piccolo polpo tagliato e condito con sesamo e olio, ma servito
praticamente vivo. Come vedrete nel seguente video, il polpo potrebbe non essere
molto collaborativo.
A differenza degli altri diari di viaggio che ho scritto in passato, questa volta
ho serie difficoltà a consigliarvi i migliori ristoranti in cui siamo stati,
semplicemente perché non ho idea di come si chiamavano: non solo le insegne
erano in coreano, ma anche il posizionamento GPS e TripAdvisor non mi hanno aiutato,
sono pochissimi i ristoranti recensiti.
Se a Busan dovete andare al Bexco, il centro congressi, l’Haeundae Centum Hotel gli sta proprio di fronte. Le camere sono molto spaziose e, nonostante
siano affacciate su una strada trafficata, sono silenziose. Al piano terra c’è
sia un piccolo supermercato che una birreria. Il quartiere inoltre ha molti ristoranti
e pub, oltre all'enorme centro commerciale Shinsegae, che ha una
food hall strepitosa.
Con la metropolitana poi potete raggiungere tutto,
compresa la vicina Haeundae Beach, la spiaggia più famosa
e centro della vita notturna.
Jeju, selfie sulla spiaggia
Non riesco in vacanza a rinunciare al mare, dunque in Corea del Sud dove andare?
Jeju è l’isola preferita dai coreani, belle spiagge
e, in perfetto stile hi-tech coreano, totalmente coperta dal wi-fi gratuito.
La Corea del Sud non è certo un posto rinomato per le immersioni subacquee,
però perché non provarne una?!
Il diving
Big Blue 33 a
Seogwipo offre un pacchetto di due immersioni nella vicina isoletta di
Little Munsom. Non aspettatevi un granché, la corrente è
molto forte poiché il mare si infila nella lingua tra due isolette, c’è
pesce ma niente di memorabile.
La cosa più curiosa, ancora una volta,
non sono i pesci ma i coreani: molti si limitavano ad entrare in acqua due minuti
a due metri giusto per farsi fare la foto dal fotografo ufficiale del diving e poi
uscivano contenti.
A quanto ho potuto vedere, tra tutti i servizi che può
offrire un centro immersioni, il fotografo è quasi più importante
della barca.
L'Grand Hyatt Jeju si trova in una delle zone più rinomate dell'isola, a 30 minuti
di auto dalla città di Seogwipo. Le camere vista mare sono favolose,
la piscina molto bella e tranquilla e il ristorante caro, ma con un buffet impressionante,
il migliore che abbiamo sperimentato in un mese.
Stranamente andare in spiaggia
per i coreani non sembra una priorità, perciò nessuno degli hotel
della zona è affacciato direttamente sul mare. Questo hotel fa eccezione,
ha infatti una spiaggia comodamente raggiungibile, divisa a metà in una zona
per surfisti e una per bagnanti, tutti rigorosamente muniti di salvagente oversize.

Ultima chicca, il conveniente Limousine Bus che parte dall’aeroporto
ci ferma proprio davanti!
Gyeongju, la terra dei Teletubbies
A Gyeongju vale la pena fermarsi almeno tre giorni, sono tante
infatti le cose da vedere.
Il centro storico è pieno di collinette verdi
stile Teletubbies,
ma che in realtà sono antiche tombe imperiali. Dobbiamo crederci sulla parola
però, poiché non c’è nessun ingresso.

Il centro storico offre anche un bel palazzo particolarmente suggestivo di notte
e un vivace quartiere pieno di ristoranti. Uno dei pochi ristoranti di cui riesco
a darvi il nome è il Dosol Maeul, ma solo perché è
citato anche nella Lonely Planet. Il posto è caratteristico, sempre molto
affollato e il cibo nella media. Sarà che non vado matto per ste frittatone
coreane o per i loro minestroni, comunque ho mangiato decentemente.
Il meglio che offre la città però si trova nei dintorni, ad esempio
il villaggio tradizionale di Yangdong, i templi di Bulgik-sa
e di Seokguram.

Se poi vi avanza un giorno potete dedicarvi ad un po’ di trekking sul monte
Namsam alla ricerca di stupa e antiche statue di Budda. Anche durante
un’attività naturalistica come questa avrete comunque l’occasione
di interfacciarvi con l’onnipresente tecnologia coreana: all’inizio
di tutti i sentieri troverete dei tornelli per tenere il conto di quanti si perdono,
mentre lungo il percorso troverete codici a barre da scansionare con un’apposita
app per avere varie informazioni.

Penso che sia impossibile trovare un hotel che goda di una posizione migliore
a Gyeongju del
Gyeongju GG Tourist Hotel. Si trova di fianco alla stazione dei bus, sia quelli express
che quelli a lunga percorrenza, sicché quando arriverete o partirete non
sarà necessario prendere il taxi. Se come noi arrivate dall’aeroporto
di Busan, allora potete prendere il comodissimo bus express che vi porta direttamente
qui senza fermate intermedie. Le attrazioni turistiche sono vicinissime, come pure
la zona dei ristoranti frequentatissima di sera. Di fronte alla stazione dei bus
express c’è anche un utilissimo centro di informazioni turistiche che
vi fornirà mappe, guide e consigli per il vostro soggiorno nella zona.
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Però, giusto per non perderci di vista...
Hahoe, a spasso in punta di piedi
Ad Andong si viene solo per visitare il placido villaggio tradizionale
di Hahoe, un’esperienza suggestiva ed allo stesso tempo rilassante.
Se non volete sciogliervi sotto il sole, potete affittare una comodissima golf car
che nulla toglierà a questo viaggio nel tempo, anzi lo renderà ancora
più rasserenante.

Prima di entrare nel villaggio c’è un auditorium dove è possibile
assistere a delle esibizioni teatrali in maschera, con sottotitoli in inglese. Le
storie a dire il vero sono un po’ strane, ricordo quella di un vecchio che
si innamora di una giovincella dopo essere andato ad annusare l'angolo dove lei
aveva poco prima urinato. Da noi questa non sarebbe di certo una favola da raccontare
ad un bambino, però boh, cosa vi posso dire, cose dell’altro mondo...
Per visitare Hahoe ci serviva un hotel ad Andong comodo per raggiungere il villaggio
ed allo stesso tempo vicino alle attrazioni serali. Il Goryeo Hotel è in pieno centro, a due passi dalle vie dello shopping
e dei ristoranti. A due minuti a piedi c’è la fermata dell’autobus
che porta al villaggio di Hahoe e di fronte c’è la stazione dei treni.
Le camere sono spaziose e tecnologiche come spesso accade in Corea del Sud. In poche
parole, un’ottima scelta!
Daegu, templi come se piovesse
Se non ne avete ancora avuto abbastanza di templi buddisti, tenendo come base
Daegu ci sono due bellissimi posti da visitare: Haein-sa
raggiungibile in autobus dal terminal ovest e Jikji-sa raggiungibile
in treno dalla stazione nord.

Non mi sento di sconsigliare nessuno dei due, sono entrambi molto belli e posti
in una cornice naturalistica immacolata. Il primo inoltre è famoso per ospitare
un’antichissima collezione di scritture buddhiste incise su oltre ottantamila
tavolette in legno.
Il
Casual House Sono è carino, ma dotato di camere molto piccole. Ha una
posizione centrale anche se stiamo parlando di una città di 2 milioni e mezzo
di abitanti, dunque il concetto di “centrale” è abbastanza relativo.
Treno e metropolitana sono raggiungibili a piedi, così come il mercato delle
erbe medicinali e la zona pedonale dove spesso la sera ci sono manifestazioni musicali.
Per passarci un paio di notti va bene, non di più però altrimenti
rischiate di diventare claustrofobici.
Gli strani selfie di Jeonju
Anche la città di Jeonju offre la possibilità
di fare un salto indietro nel tempo, ma questa volta da protagonisti. Nel centro
storico avrete infatti, se lo desiderate, la possibilità di passare la notte
in un tradizionale hanok coreano.
La
Gaeunchae Hanok Guesthouse offre stanze minimali, ma che hanno comunque aria
condizionata, frigo, televisione e bagno con sciacquone tecnologico. L’antico
quartiere di Jeonju è un gioiello, vengono da tutta la Corea per visitarlo,
e questa guesthouse è collocata in uno dei vicoli più caratteristici.
Il proprietario prima che arrivassimo si è assicurato che non ci perdessimo
nel labirinto di viuzze e ci ha mandato tutte le indicazioni via Whatsapp. Una volta
arrivati ci ha dato la combinazione per entrare e ci ha mostrato sulla mappa tutti
i posti da visitare e dove andare a mangiare… poi non l’abbiamo più
visto.
Vi state chiedendo cos’è un hanok?
Abbiamo realizzato
un breve video per favi capire di cosa stiamo parlando.
So cosa vi state chiedendo tutti, anche perché in molti mi avete scritto.
A cosa diavolo serve il pulsante della “donnina rossa”?
Nel prossimo video avrete la risposta.
A Jeonju ci siamo imbattuti per la prima volta in una particolare usanza coreana.
In realtà l’avevamo già vista questa cosa, solo che non ci avevo
dato peso, pensavo che ci fosse una festa in maschera da qualche parte. Praticamente
i coreani quando visitano luoghi storici, amano noleggiare vestiti tradizionali
per poi farsi i selfie. Sarebbe come se noi italiani ci vestissimo tutti da gladiatori
quando andiamo a visitare Roma.
Per
me che sono un fotografo, ben venga questa usanza!
Le mille luci di Seoul
Dopo avere sfrecciato in treno a oltre 300 chilometri all’ora eccoci finalmente
nella capitale.
Qui potrete passarci anche una settimana intera senza mai annoiarvi.
Prima però dovete trovare risposta al seguente dilemma: in quale quartiere
prendo l’hotel?
Visto che ci ho perso un po’ di tempo, penso di potervi aiutare nella scelta.
Partiamo dall’assunto che Seoul è servita in maniera
capillare dalla metropolitana e che le attrazioni turistiche sono sparpagliate in
un’area vastissima, dunque non esiste una posizione ideale dal punto di vista
prettamente turistico. In questo caso io preferisco che l’hotel sia vicino
alle zone che sono più interessanti la sera, quando magari sono stanco di
passeggiare tutto il giorno ma voglio comunque uscire senza dovermi fare lunghe
camminate o subire spiaccicamenti in metropolitana.
Se anche voi seguite la stessa logica allora la scelta è limitata a due
quartieri: Hongdae o Myeongdong.
Hongdae è il quartiere universitario, molto frequentato
la sera da una folla giovanissima, pieno di pub e ristoranti a basso prezzo.
Passeggiando inoltre vedrete orde di youtuber e boyband (o K-pop
come le chiamano qui) che si esibiscono in balletti mentre vengono ripresi da plotoni
di smartphone.
Quando siamo atterrati in Corea del Sud, dovevamo passare una notte a Seoul prima
di ripartire per Busan la mattina seguente. In questo caso Hongdae era perfetto,
vivace e allo stesso tempo vicino all’aeroporto dei voli nazionali. L’Aank Hotel Hongdae è una boutique, la posizione perfetta, ma le stanze sono
striminzite. Però per una notte di passaggio va benissimo.
La sera abbiamo anche avuto il primo approccio con il barbecue coreano, una tipologia
di ristorante diffusa al pari delle pizzerie in Italia. Li troverete dappertutto
in Corea del Sud, dunque incominciate a farci l’abitudine. Ogni tavolo è
dotato di griglia e cappa aspiratrice, la carne vi arriva cruda e poi ve la cucinate.
Da un punto di vista culinario niente da obiettare, diciamo che d’estate quando
ci sono 40 gradi e voi state mangiando sopra ad una piastra incandescente in un
locale senza aria condizionata, potrete sperimentare lo strano fenomeno di dimagrire
mangiando.

Il quartiere di Myeongdong invece è quello che si vede
in tutte le cartoline notturne, milioni di insegne e luci che sembrano disposte
senza alcuna regola.

Passeggiando non potrete fare a meno di notare la netta prevalenza di negozi
di cosmetici. Questa è un’altra cosa molto curiosa, i coreani hanno
veramente la mania per l’estetica. Abbiamo visto interi quartieri pieni di
cliniche per la chirurgia plastica, una attaccata all’altra e la città è
tappezzata di manifesti che le pubblicizzano.

Gli interventi che vanno per la maggiore sono tre: ingrandimento seno, ingrandimento
occhi e modifica della bocca in modo che sia sempre sorridente.
A me vedere
ste ragazze che hanno un ghigno perenne, anche quando non c’è niente
da ridere, sembra abbastanza inquietante.
Il
Days Hotel Myeongdong è piazzato praticamente davanti all'omonima fermata
della metro, dunque la sera non vi annoierete di certo e di giorno avrete facile
accesso a tutte le attrazioni turistiche della metropoli. Poco distante parte anche
il Limousine Bus che porta all'aeroporto. Le stanze sono buone, ma la colazione è
deludente, molto meglio non includerla nel prezzo ed uscire, l’hotel è
circondato dai soliti Starbucks, Paris Baguette, ecc.
Non sto qua a elencarvi cosa visitare a Seoul, c’è veramente l’imbarazzo
della scelta: ad esempio lo storico Bukchon Hanok Village,
la bellissima Dongdaemun Design Plaza progettata da Zaha
Hadid e il palazzo reale di Gyeongbokgung dove la domenica
avviene un coloratissimo cambio della guardia in costume.

Due però sono le cose che mi sono piaciute particolarmente.
La prima è
il War Memorial of Korea, un interessante museo dove capire a fondo
le cause e lo svolgimento del conflitto scoppiato nel 1950. Infine, vi consiglio
di fare il bis rispetto a Busan, ovvero andare a mangiare all’enorme mercato
del pesce della capitale, il Noryangjin Fish Market.
Se volete passare una serata divertente vi consiglio il
The Nanta, uno spettacolo
teatrale fisso ormai da oltre 20 anni, basato su magia, cucina e arti marziali.
Lo so, le tre cose non c’entrano niente una con l’altra, ma è
proprio questo il bello.
Ci sono anche due interessanti gite fuori porta.
La prima è Suwon dove,
dopo un veloce trasferimento in treno, visitare il forte di Hwaseong
e farsi una passeggiata attorno alle antiche mura.

La seconda gita, anche se può sembrare una trappola per turisti, è
andare nella DMZ, la zona demilitarizzata al confine con la Corea
del Nord: dalle comode stazioni di avvistamento dotate di binocolo potrete sperimentare
il Comunist Watching, ovvero avvistare le enormi statue del dittatore che
vi ammoniscono severe, ascoltare il richiamo degli altoparlanti della propaganda
comunista ed infine osservare finti abitanti mettere in scena un finto benessere
negli altrettanto finti villaggi di confine nella Corea del Nord. Quest’ultima
cosa non è uno scherzo, è proprio come l’ho raccontata.
Se la vostra gita organizzata prevede anche una sosta nella JSA,
allora quando sarete nel casottino azzurro dove si incontrano i leader delle due
Coree, se andate dall'altra parte del tavolo potrete tecnicamente dire di essere
stati in Corea del Nord.

È una gita quantomeno curiosa, a partire da quando vi fanno firmare un
foglio in cui accettate il fatto che l'escursione potrebbe concludersi con il vostro
decesso in quanto state entrando in una zona di guerra, per finire quando i marines
vi invitano a non sorridere perché le telecamere della Corea del Nord usano
le vostre stupide smorfie come propaganda nelle loro trasmissioni televisive.
Giunti al termine del racconto non so se sono riuscito a convincervi, spero quantomeno
di avervi incuriosito.
E' difficile descrivere la Corea del Sud in due parole, è
un misto di tradizioni, tecnologia e pupazzoni, sembra di essere costantemente in
un parco a tema.
Come avrete ormai capito, quello che certamente non vi mancherà è
il divertimento.


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