Sapete qual è stata la cosa più difficile del nostro lungo viaggio
in Perù?
Trovare il titolo per questo racconto.
È
arduo infatti sintetizzare in poche parole l’enorme varietà di paesaggi,
di culture ed attrazioni turistiche che offre questo paese. Cercare di riassumere
tutto con ad esempio “La terra degli Inca”, coglierebbe solo uno dei
molteplici volti del Perù.
Se lo conoscete fatelo sapere anche a me, ma
io non riesco a trovare su questo pianeta nessun altro luogo che offra spiagge,
giungla, deserti, vette, siti archeologici, megalopoli e villaggi tradizionali tutti
all'interno della stessa nazione.
Per non parlare degli avvistamenti faunistici!
Ditemi un posto al mondo dove trovare sia caimani che condor, se non addirittura
pinguini e balene.

Spero in questo racconto di viaggio di sorprendervi con luoghi incantevoli che
nemmeno io mi aspettavo, fino a che non li ho visti coi miei occhi: il Perù è
molto di più della solita cartolina da Machu Picchu.
Troverete poi alcuni consigli fondamentali all'organizzazione di un viaggio come
questo, fidatevi, potrebbero fare la differenza.
Partiamo dunque dal livello
del mare ed esploriamo assieme il Perù a quote crescenti, come se fosse una
gustosa torta a strati.
Zero: la Foresta Amazzonica
Casomai aveste dubbi se includere o no la Foresta Amazzonica
come tappa nel vostro viaggio in Perù, vi raccomando caldamente di farlo.
Se avete letto altri racconti su questo blog, sapete che ho girato le foreste pluviali
di mezzo mondo (il Borneo indonesiano
ad esempio) e vi garantisco che quella peruviana non ha niente da invidiare alle
altre.
Sui fornitissimi scaffali di questo supermarket zoologico, troverete
caimani, otarie, capibara, primati, tapiri, bradipi, tartarughe, tarantole, serpenti
e soprattutto uccelli di tutti i colori. E guardate bene che non sto facendo come
molte guide illustrate che elencano gli incontri potenziali, ma poi quando arrivi
sul posto se vedi una lucertola sei fortunato. Gli animali che ho citato li ho visti
e immortalati, a testimoniarlo c’è la galleria fotografica in calce
al racconto.

Fa eccezione il bradipo, l’abbiamo avvistato su un albero, ma tempo di
prendere la macchina fotografica e quello se ne era già andato.
Doveva
capitare proprio a me il bradipo più veloce del mondo?!
In Perù avete due possibilità per addentrarvi nella Foresta Amazzonica:
- Partendo da Iquitos raggiungere la Riserva Nazionale
di Pacaya-Samiria.
- Partendo da Cusco visitare il Parque Nacional del
Manu.
Abbiamo scelto la seconda opzione, il Parque Nacional del Manu,
perché molto più agevole dal punto di vista logistico: il tour parte
da Cusco e se ci dedicate un numero sufficiente di giorni (nel nostro caso sette)
vi permette di raggiungere anche la Zona Reservada del parco, cioè
quella più remota dove l’accesso turistico è limitato e mantenuto
ad un livello sostenibile.
Il problema di Iquitos invece è
che si trova fuori da qualsiasi percorso turistico, per raggiungerla non esistono
strade o ferrovie, solo l’aereo. Da quello che ho sentito dire la zona promette
avvistamenti considerevoli, ma la nostra guida/indio mi ha riferito anche di grossi
problemi di inquinamento fluviale.
Dal canto mio posso riferivi dell’ottima esperienza che io, mia moglie
Sara e mio fratello Boris abbiamo avuto con
Bonanza Tours: in
una settimana abbiamo navigato placidamente sul Rio Madre de Dios
raggiungendo luoghi veramente selvaggi.
L’organizzazione non ha lasciato nulla al caso, ci hanno fornito gli indispensabili
stivali di gomma e su richiesta binocoli e sacchi a pelo (N.d.A. ringrazio Air
France per aver perso il mio che avevo comprato prima di partire e non avermi
risarcito nemmeno un euro).
2430 metri: brividi di paura a Machu Picchu
Saliamo di quota e dopo la prima settimana di viaggio nella Foresta Amazzonica
si uniscono a noi gli aracnofobici Pesa, Stefano e Tecla (dovrò pure prenderli
in giro un po’).
Per raggiungere Machu Picchu, il più famoso sito archeologico
del Perù (e probabilmente del mondo), non ci sono strade, si può andare
solo in treno o a piedi lungo il famoso Inca Trail. Inutile dire che noi
abbiamo scelto il comodissimo (e carissimo) treno, dotato di vetri anche sul soffitto
per godere appieno dei vertiginosi paesaggi.

Se vi state domandando la ragione dei “brividi di paura” del titolo,
prestate attenzione, perché sto per darvi il consiglio più
importante di tutto il viaggio.
Durante l’organizzazione delle vacanze avevo letto che era imperativo prenotare
il treno per tempo e dunque già 4 mesi prima avevamo versato 200 euro
por persona per assicurarci i biglietti Perurail. Mentre il nostro
treno correva felice e spensierato lungo la Valle Sacra degli Inca,
una tremenda consapevolezza si manifestava progressivamente: avremmo dovuto prenotare
anche i biglietti di accesso al sito archeologico.
Tutte le voci di corridoio
e le notizie allarmistiche che nel frattempo ci giungono dall’Italia, dicono
che solo un numero ristretto di turisti è ammesso giornalmente al sito…
panico!
Tentate di immaginare a che livelli è salito lo sconforto quando una volta
giunti sul luogo ci siamo accorti che non c’era una, ma bensì tre file
chilometriche!
- La prima, praticamente immobile, era per comprare il biglietto di accesso.
Tenete presente che alle 9 quando siamo arrivati, il turno di visita del mattino
era già esaurito.
- La seconda era quella per comprare il biglietto dell’autobus che da
Aguas Calientes sale a Machu Picchu.
- La terza infine era quella per prendere il suddetto autobus. Giusto perché
non pensiate che dico balle, date un’occhiata qui sotto alla foto della
fila (continua anche in fondo dietro alla curva).

La nostra fortuna è stata che eravamo in sei, dunque abbiamo potuto affrontare
le 3 file contemporaneamente e non sequenzialmente. Quando in una fila ci chiedevano
i passaporti (che magari in quel momento erano in un'altra fila) o i biglietti (che
ancora non avevamo), gli sciorinavamo una bella supercazzola, degna del miglior
conte Mascetti.
Dopo 3 ore di fila e angoscia, alle ore 12:00 abbiamo valicato
le porte di Machu Picchu, tutto è bene quel che finisce bene.
I dettagli
della suggestiva visita li lascio alla vostra immaginazione…

3399 metri: Cusco a forza di mate de coca
Chiunque ci sia mai stato, vi confermerà che Cusco è
la più bella città del Perù.
Autentica architettura coloniale,
suggestive viuzze che si inerpicano in salita, vivace vita notturna e aria pulita…
o meglio rarefatta.
È molto soggettivo, ma qui bene o male avrete le prime esperienze con
l’alta quota e i suoi effetti collaterali, tra cui emicrania (Sara e Tecla),
giramenti di testa (io) e mancanza di fiato anche per fare una ridicola salitina
(tutti). Il sospetto che il trapasso non sarà indolore vi verrà non
appena arriverete all’aeroporto di Cusco e vedrete la cosa più strana
e incredibile della vostra esperienza di viaggatori.
Ora ve lo dico, ma sono sicuro che non mi crederete: mentre in qualsiasi altro
aeroporto del mondo controllano con i cani che voi non introduciate droghe, all'aeroporto
di Cusco ve le regalano. Ai gate di sbarco troverete ceste piene di foglie di coca
offerte dall'Ente Turistico.
Sapevo benissimo prima di partire che qui le popolazioni masticano foglie di
coca come aiutino per sopravvivere in quota, ma pensavo fosse una cosa tollerata
dalla legge solo nel loro caso. Invece le foglie di coca sono dappertutto, ogni
lobby di hotel le mette a disposizione assieme all'acqua calda per farsi il
mate de coca. Per non parlare di torte alla coca, biscotti alla coca, caramelle
alla coca e tutta una serie di strane erbe che la gente sniffa mentre cammina.
E anche noi, dopo i primi fiatoni e giramenti di testa, non ci siamo fatti pregare…
Il 99% dei turisti viene a Cusco per prendere il treno per Machu Picchu, ma vi
consiglio di riservare almeno un giorno per visitare i dintorni. Ci sono moltissimi
siti archeologici, Pisac e i suoi terrazzamenti da torcicollo
non hanno niente da invidiare al più blasonato Machu Picchu e c’è
molta meno gente.

Da non perdere anche Ollantaytambo, un caratteristico paesino
ai piedi di un ripido sito archeologico.
Concludete con una visita ai misteriosi
cerchi di Moray e fate qualche foto alle saline di Las
Salineras.
Consigli per gli acquisti a Cusco
Se per pranzo siete in vena di stranezze, avete presente quei dolci e paffuti
animaletti da compagnia, chiamati porcellini d’India o anche
cavie peruviane? Se al ristorante vi servono cuy, adesso sapete cosa
state mangiando.

A Cusco troverete moltissimi bei negozi di prodotti in alpaca, la pregiata
e morbida lana dell’omonimo camelide andino. Mentre in Italia un berretto
di alpaca lo vendono da Tiffany, qui i prezzi sono molto più accessibili.
Se però volete fare un vero affare, recatevi nel paesino di Chinchero
dove potrete acquistare ottimi articoli prodotti a mano dalle signore del luogo,
che tutt'oggi lavorano i filati alla maniera tradizionale.
Il ristorante Limo a Cusco è sulla bocca di tutti, qualsiasi
persona ve lo consiglierà. Di fatto è carissimo rispetto alla concorrenza.
Per quanto riguarda il cibo è innegabilmente ottimo, però secondo
me per compiacere i turisti hanno un menu troppo fornito. A parte il fatto che quando
al ristorante mi danno un menu che ha lo spessore del primo volume dell'enciclopedia
Treccani, mi passa la voglia di mangiare, ma mi fa strano in un ristorante tipico
di cucina peruviana, vedere nei tavoli attorno gente che mangia anche pizza o sushi.
Tierra Viva è l’onnipresente catena alberghiera peruviana
a cui ci siamo affidati in varie tappe; il
Tierra Viva Cusco Centro è stato il miglior hotel della catena in cui
abbiamo soggiornato, è un bellissimo edificio coloniale in pieno centro,
le stanze che danno sul patio interno sono enormi. Ve lo consiglio vivamente!
Qui come nel resto del reportage, tutti i posti che cito li potete trovare piazzati
con precisione maniacale nella cartina geografica interattiva in testa al racconto.
Vi potrebbe essere molto utile una volta giunti sul posto per identificarli.
4110 metri: un lago da togliere il fiato
Alziamo l’asticella e passiamo al livello di difficoltà successivo.
A metà strada tra l’aeroporto di Juliaca e la città
di Puno, si trova il centro funerario precolombiano di
Sillustani. Non ricordo niente di più faticoso nella mia
vita, che fare a piedi quei soli 30 metri di dislivello dal parcheggio al sito archeologico.

Il piccolissimo centro storico di Puno si sviluppa lungo una
iper-turistica strada pedonale, zeppa di ristoranti da cui la sera escono le note
dei musici andini.
A Puno però non si viene per far aggravare il proprio
mal di testa d’alta quota con le incessanti percussioni peruviane, qui il
pezzo forte sono le escursioni sul lago Titicaca.
Alla gita
vi conviene assegnare almeno 2 giorni, così potrete sperimentare l’ospitalità
di qualche famiglia per la notte. Dopo aver visitato le famosissime Islas
Uros, quelle artificiali galleggianti per intenderci, ci siamo diretti
all'isola di Amantanì dove abbiamo avuto la possibilità
di battere ulteriormente il nostro record d’altura. Tecla ha rinunciato, Sara,
Stefano e Pesa, eroici hanno affrontato la salita a piedi, mentre io e Boris abbiamo
scelto una comoda salita a cavallo.
Il tramonto sul lago che abbiamo goduto
da 4110 metri s.l.m. valeva lo sforzo… degli altri appunto.
Click! Foto ricordo e si torna giù tutti a piedi.

Nel frattempo in paese si animava una festa popolana, che con l’oscurità
si è trasformata in un falò propiziatorio dove venivano dati alle
fiamme tori di paglia. Dopo aver cenato presso la famiglia che ci ospitava, vestiti
di tutto punto con gli abiti tradizionali, siamo andati a danzare alla festa di
paese.
Dove abbiamo trovato le forze per farlo è un mistero ancora oggi.

Il giorno successivo è toccato all'isola di Taquile,
lì purtroppo niente cavalli però devo dire che facciamo sempre meno
fatica ad affrontare ste salite, probabilmente ci staremo acclimatando. Curioso è
lo scambio di “biglietti da visita” che ho notato sul posto: praticamente
tutti girano con una borsetta piena di foglie di coca fissata alla cintola e quando
si incontrano, come convenevole si scambiano un po’ di foglie. Posso capirli.
Consigli per gli acquisti a Puno
Il Cafe Bar de la Casa del Corregidor è una vera
oasi di pace, non si ha questa costante sensazione di essere soffocati dalle attrazioni
turistiche. È dotato di un patio interno colorato e tranquillo e i piatti
tipici sono gustosi. Il vero problema è che è tutto un po’ claustrofobico,
il locale è piccolissimo e i tavoli all’interno sono molto sacrificati.
Io lo consiglierei solo per uno spuntino/aperitivo, durante la cena non mi piace
aver i gomiti degli altri in bocca.
Sopra al locale si trova All
Ways Travel, l’agenzia a cui ci siamo appoggiati per il tour di due giorni
sul lago Titicaca.
Per dormire ci siamo affidati nuovamente ad un hotel della catena Tierra
Viva, cioè all’Hotel Tierra Viva Puno Plaza. Dopo essere stati al
Tierra Viva Cusco Centro avevo le aspettative alte ma, sarà che quanto
a fascino la città non può minimamente competere con Cusco, qui tutto
mi è sembrato sottotono. La posizione se guardate nella cartina è
perfetta, però la camera era anonima e la vista tristissima. Considerando
comunque la città nel suo insieme, non so a cosa si possa aspirare di meglio.
Ti è piaciuto fino ad ora il racconto del viaggio?
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Però, giusto per non perderci di vista...
4910 metri: i messaggeri degli Dei
Il Canyon del Colca è uno dei canyon più profondi
al mondo e la terza attrazione più visitata del Perù. Oltre ad essere
una bellissima zona da dedicare al trekking, offre la rara opportunità di
avvistare il condor, il maestoso predatore che può raggiungere i 5 metri
di apertura alare.

Stanziate pure 60 minuti alla Cruz del Condor per assicurarvi
gelosamente migliaia di scatti dello stesso dannato uccello, ma poi anche se non
siete dei camminatori professionisti vi consiglio di riservare al Canyon del Colca
un paio di giorni: godrete di favolosi panorami e avrete anche la possibilità
di interessanti incontri con cultura e tradizioni.
A Coporaque
ad esempio, siamo arrivati quando celebravano l’annuale svuotamento e pulizia
del bacino idrico, con tanto di musica e danze popolari.
Ecco, questa cosa è
un altro mistero: non so se siamo noi che abbiamo una fortuna sfacciata o se in
Perù ogni scusa è buona, ma fino ad ora in ogni posto dove siamo stati
abbiamo trovato una festa di paese.

Ora vorrei darvi uno di quei consigli che di solito valgono da soli lo sforzo
di aver letto questo racconto.
Organizzare una gita di due giorni al
Canyon del Colca partendo da Puno per poi finire ad
Arequipa, non è facile. A gestire gli spostamenti da soli
si rischia di perdere un sacco di tempo.
Noi ci siamo avvalsi dei servizi di
Pablo Tour, un’agenzia
di Arequipa che abbiamo contattato prima del viaggio.
Sono stati veramente bravi
ed efficienti!
Innanzitutto ci hanno organizzato il trasporto in autobus da Puno
la mattina presto, però poiché volevano che sfruttassimo al massimo
i due giorni di tour, ci sono venuti incontro con il loro minivan per intercettare
il bus a metà strada.
La guida, Edison, è stata la ciliegina sulla
torta: una persona dotata di una profonda cultura, estremamente gentile e appassionata
del suo lavoro. In 1 mese in Perù ne abbiamo avute molte di guide, ma Edison è
stato di gran lunga la migliore.
Al termine del tour, tornando verso Arequipa, abbiamo avuto l’occasione
di transitare per la seconda volta nel punto più alto del viaggio: il
Mirador de los Andes, 4910 metri s.l.m.
Certo che 4910 metri lasciano un po’ l’amaro in bocca…
5000 metri in punta di piedi
Sarebbe stato bello arrivare a 5000…
Però, a guardare bene,
alle spalle del Mirador de los Andes c’è una collina…
vuoi dirmi che da qui a lì non sono 90 metri di dislivello?!
Vai allora!
In quattro, ansimando come labrador asmatici ci siamo inerpicati tra freddo e vento
per quei durissimi 90 metri, solo per fare la seguente foto commemorativa ed esplicativa.

Adesso che abbiamo conquistato il punto più alto del viaggio, iniziamo
la lunga discesa che ci porterà ai deserti meridionali del Perù.
Prima di tornare a quota zero, dovete assolutamente fare tappa ad Arequipa,
la bellissima città coloniale a 2335 metri di altitudine (uno scherzo ormai
per noi), circondata e dominata da tre vulcani.
La città è enorme,
da quando abbiamo incontrato le prime case a quando siamo giunti in centro è
passata un’ora e mezza. La parte storica però è confinata in
pochi isolati attorno alla Plaza de Armas (N.d.A. tutte le piazze
centrali in Perù si chiamano Plaza de Armas), dunque una volta arrivati girerete
sempre a piedi, anche perché potrebbe capitarvi come a noi, che i mezzi pubblici
non riescano a circolare a causa di… indovinate un po’… una
festa!
Consigli per gli acquisti ad Arequipa
Dopo le fatiche e i saliscendi sulle Ande, arrivati ad Arequipa avevamo voglia
di mangiare bene. Trovare il ristorante Dimas non è
stato facile poiché la sera la strada è poco illuminata (ve l’ho
segnato sulla cartina), ma gli sforzi sono stati ricompensanti: ambiente raffinato,
ottimo cibo e una presentazione dei piatti ricercata. La velocità del servizio
magari si può migliorare.
Apro una parentesi che non c'entra con i "consigli per gli acquisti": non sognatevi
di partire da Arequipa senza aver visitato, davanti al Dimas, il Monasterio
de Santa Catalina, un caleidoscopico complesso di edifici coloniali che
potrebbe non piacere solo ad un daltonico.

Per dormire invece vi raccomando caldamente il
Katari Hotel at Plaza de Armas, ubicato davanti alla cattedrale più grande del Perù.
La colazione viene servita sul tetto da cui si gode una vista spettacolare della
piazza e dei vulcani circostanti. Se poi ci soggiornerete a Ferragosto, avrete una
posizione in prima fila per i festeggiamenti e gli spettacoli in piazza. Il rovescio
della medaglia è che durante i festeggiamenti il taxi potrebbe non riuscire
ad arrivare davanti all'ingresso.
Aridi divertimenti
Dopo una notte passata a dormire comodamente sulla poltrona VIP dell’autobus
Cruz del Sur, eccoci
arrivare alla parte più arida del Perù, i deserti meridionali. Non
fate però l’abbinamento mentale di deserto con desolazione, qui troverete
la più alta concentrazione di divertimenti ed attrazioni turistiche di tutto
il paese, un vero e proprio Luna Park su sabbia e pietra.
Vediamo le tre giostre più famose...
Nazca e la pista per biglie più grande del mondo
Non si può andare in Perù senza vedere con i propri occhi le
Linee di Nazca, gli enormi disegni tracciati sul terreno dall’omonima
civiltà precolombiana. Le origini e le ragioni rimangono tutt’oggi
oggetto di molte speculazioni, alcune molto fantasiose. Di fatto farsi torcere le
budella sugli aerei che sorvolano con virate strettissime i geoglifi, è una
esperienza irrinunciabile.

Sono belle da vedere dall'alto, ma ad osservarle da vicino ste linee sono ancora
più misteriose.
Mi spiego meglio: io me le immaginavo scolpite nella
roccia, invece hanno la larghezza e profondità di una pista per le biglie
e sembrano appunto tracciate da un bambino con una paletta sulla spiaggia.
Ma se viene un po’ di vento o si mette a piovere qui si si cancella
tutto!
Risposta della guida: qui non c’è vento e non piove
mai.
Peccato che un mese dopo un camion è uscito di strada e ci è
passato sopra...
Ecco ora un altro consiglio di quelli da segnarsi subito.
Non arrivate a Nasca
senza il biglietto per l'aereo.
Alcune compagnie aeree hanno avuto incidenti
nel passato ed ora i voli su Nasca sono pochi e le procedure di
pesata dei passeggeri lunghe e noiose. Compratevi il biglietto il giorno prima ad
Arequipa altrimenti rischiate di restare a terra o comunque di passare la giornata
all'aeroporto. E quando dico aeroporto non intendo un terminal internazionale con
ristoranti e boutique, ma una grande stanza calda e polverosa.
Gli ottovolanti di Huacachina
Sempre in tema di giostre, Huacachina è un’oasi
in mezzo a enormi dune sabbiose, a voi spetta solo il compito di decidere la maniera
più divertente per affrontarle: quad, moto, dune buggy, sandboard, ecc.
Se poi volete farvi proprio del male, fate come noi, prima di fare il giro con
le dune buggy, andate con un taxi ad Ica a visitare le più
famose aziende vinicole del Perù. Ho detto tutto…
Per farvi capire quanto sia stata divertente la giornata passata a Huacachina,
non potevo fare altro che realizzare un breve ma intenso video.
Per dormire e mangiare non c’è che l’imbarazzo della scelta,
qui è tutto a misura di turista scalmanato.
Huacachina è minuscola, perciò dovendo giudicare la posizione di
qualsiasi hotel, ci si troverebbe sempre a dare punteggio massimo. Noi siamo stati
all’Hotel El Huacachinero, sedotti dalle foto della piscina presenti sul sito web, però
alla fine, nonostante all'esterno facesse un caldo torrido, l'acqua era gelidamente
poco invitante. Questi sono i veri misteri del Perù, altro che le linee di
Nazca!
Paracas e le Galapagos del Perù
Se uno dei vostri sogni è andare un giorno alle
Galapagos, qui potrete averne un piccolo
assaggio di mezza giornata. Chiamate appunto le
Galapagos del Perù, le
Islas Ballestas vi daranno in una mattina emozioni molto simili, con avvistamenti
di pinguini e leoni marini sorvolati da migliaia di gabbiani, sule, cormorani e
pellicani.
Dicono che quando le hanno scoperte, una di esse fosse ricoperta di
70 metri di guano.
Faccio fatica a credere che possa esistere una montagna di
cacca tanto alta, ma me l’hanno giurato.

Dopo le Islas Ballestas, dirigetevi in macchina alla Reserva Nacional
de Paracas, un antico deserto fossile con spiagge di colore rosso e timidi
fenicotteri rosa. Ma non è per le varianti cremisi che ci volevo andare,
bensì per un motivo molto più peccaminoso. All’interno del parco
c’è Lagunillas, un piccolissimo villaggio di pescatori
che prometteva grandi mangiate di pesce.
E così è stato!
Dopo
tanta montagna abbiamo avuto la possibilità di assaggiare il piatto nazionale
peruviano, il ceviche ovvero pesce misto crudo marinato nel limone. Capisco
la reticenza di mangiare pesce crudo all'estero, ma se non lo assaggiate qui che
dalla barca al piatto avrà fatto al massimo 20 metri, non so proprio in quale
altro luogo dovreste farlo.

Per quanto mi riguarda, Ristorante El Che, 10 e lode!
Fattasi sera abbiamo dormito al
San Agustin Paracas Hotel, un bellissimo hotel costruito in maniera tale che tutte
le camere abbiano la vista sull'oceano. Confina da un lato con il porticciolo da
dove partono le barche per le Islas Ballestas, mentre dall'altra parte della strada
c’è la stazione dei bus che userete per continuare il viaggio la mattina
seguente. Dispone persino di un’enorme piscina, però a parte gli indisturbati
uccelli non ho visto nessuno osare immergersi in questa stagione.
I castelli di sabbia di Chan Chan
E' arrivato il momento di separarci, Boris e Pesa tornano in Italia, io assieme
al resto del gruppo mi dirigo a nord verso l'equatore: sono alla ricerca dell'ozio e
della tintarella.
Prima di iniziare i bagni di sole, dobbiamo però fare tappa a
Trujillo.
L'antica città coloniale si trova nel bel mezzo della terra dei Chimor,
che qui edificarono Chan Chan, la più grande città
precolombiana dell’America meridionale. Sin da quando pianificavo il viaggio
sono stato attratto dalle fotografie di questo sito archeologico, sembrava di vedere
una città fatta di castelli di sabbia.
Purtroppo, devo dire che le foto
che si vedono in giro ritraggono Chan Chan quando ancora non aveva i recenti
tetti posti a proteggere i delicati edifici di argilla essiccata.
Posso capirli,
peccato però, si è perso molto del fascino originale.

Consigli per gli acquisti a Trujillo
A Trujillo vi raccomando due posti eccezionali.
Sin da quando consultavo libri e racconti per organizzare il viaggio, il nome
Mar Picante è saltato spesso fuori come il miglior ristorante
di pesce del Perù. Non so se sia effettivamente così, ma posso dirvi
che le nostre attese non sono state deluse, abbiamo mangiato un ottimo ceviche
e del pesce delizioso in generale. Il ristorante non si trova certo in una zona
coreografica, anzi è in prossimità di un incrocio molto trafficato,
però il pranzo è stato da Oscar.
Devo fargli anche un appunto
negativo: un ristorante di pesce tanto famoso, non può servirmi il vino bianco
caldo! Tieni un paio di bottiglie in fresco, cribbio!
Se dovessimo dare un premio per il migliore hotel in un mese che abbiamo passato
in Perù, il Costa del Sol Trujillo Centro sarebbe di gran lunga il vincitore. In piena Plaza
de Armas, l’hotel occupa un bellissimo palazzo storico. Il servizio
e la gentilezza dello staff sono di qualità eccelsa, le camere spaziose e
il ristorante ottimo. Gli abbiamo assegnato la palma d’oro perché nonostante
l’altissimo livello dei servizi, ha un prezzo ben inferiore a quello che si
meriterebbe.
In costume da bagno, finalmente!
Non riesco a fare come Boris, che in estate va a farsi le vacanze in
Islanda, io ad agosto voglio il caldo e il mare.
Questo è stato il motivo per cui per tanti anni non ho considerato il Perù
come una meta che potesse soddisfare le mie necessità.
Fino a che non
ho sentito parlare di Máncora…
Beh, mentirei se vi dicessi che a Máncora sono morto dal caldo.
In
realtà se guardassimo le temperature, con una minima di 20°C e una massima
di 33°C, dovrebbe fare un caldo canicolare. Nell'equazione però dobbiamo
mettere anche il fatto che l’umidità è bassa, c’è
sempre un leggero venticello e per finire le spiagge sono colpite dalla corrente
fredda di Humboldt che arriva dal Chile.
Il
risultato è che di giorno te ne stai in costume a prendere il sole, ma non
ti passa nemmeno per l’anticamera del cervello di fare il bagno in mare.
Vuoi mettere però fare le passeggiate in spiaggia tra i leoni marini, mentre
al largo saltano le balene?!

Consigli per gli acquisti a Máncora
A tutti i peruviani a cui dicevamo che saremmo andati a Máncora, si illuminavano
gli occhi, come se avessimo parlato della Polinesia Francese. In realtà il
paesetto è trafficato, polveroso e sporco.
Per i suddetti motivi la maggior
parte dei villeggianti si rinchiude nel proprio hotel e ci esce giusto qualche sera
per cambiare aria. Va da sé che è di fondamentale importanza trovarsi
un hotel che offra servizi di qualità e un ottimo ristorante.
Arennas Mancora è il migliore e probabilmente anche il più caro della
zona, però se avete il budget venite qui senza pensarci due volte.

Dopo aver mangiato ottimo pesce in tutto il Perù, persino sulle Ande,
arrivati a Máncora ci aspettavamo il massimo dalla ristorazione ittica.
Invece delusione totale.
I ristoranti buoni si contano su una mano e
Aqua spicca fra tutti. È ritenuto giustamente su
TripAdvisor il numero uno a Máncora,
non solo posso confermare l’ineccepibile qualità dei piatti, ma posso
dire che tutti gli altri sbiadiscono al confronto.
Ma com'erano le temperature nel resto del Perù?
Questa è una domanda che mi fanno tutti, dunque merita una risposta precisa.
In Perù, nonostante le alte quote, non abbiamo mai subito temperature glaciali.
Tanto per capirci d’inverno (estate in Italia) a 5000 metri non troverete
neve o ghiaccio.
Altro esempio, a Cusco sotto il sole si riesce a stare anche
in maniche corte.
Piuttosto ci sono enormi variazioni termiche tra il giorno
e la notte, come tra le zone soleggiate e quelle in ombra. È importantissimo
vestirsi a strati, meglio se con tessuti traspiranti, un secondo prima hai caldo
e stai in magliettina, un secondo dopo trovi l’ombra con un po’ di vento
e subito ti devi coprire.
Io mi sono trovato bene con 5 strati, che hanno permesso una notevole flessibilità:
- Intimo tecnico traspirante: sempre addosso.
- Camicia tecnica traspirante.
- Felpa tecnica: molto importante che sia dotata di cerniera, per poterla
mettere e togliere velocemente senza doversi sfilare il cappello.
- Piumino: di sera è d’obbligo.
- Windstopper: giorno o notte, quando tira vento questo sarà il vostro
miglior amico.
E Lima?
Mi rendo conto di non aver mai citato la capitale in tutto il racconto, ma in
realtà ci siamo transitati tre volte.
La prima volta è stata quando siamo arrivati in Perù, però
considerati i tempi biblici che servono per raggiungere il centro di Lima,
poiché eravamo in transito abbiamo preferito dormire in aeroporto. Il
Costa del Sol Wyndham Lima Airport si trova a 20 metri dall'aeroporto (davanti
all'uscita), ma si può raggiungere anche direttamente da dentro attraversando
un ponte pedonale. Silenzioso, comodo, pulito e più vicino di così
vorrebbe dire costruirlo sulla pista di decollo.
La seconda volta è stata durante il trasferimento da Paracas
a Trujillo e con l’occasione siamo andati a visitare il centro
storico.

La terza e ultima volta è stata prima di partire per il rientro in Italia,
in questo caso abbiamo scelto di soggiornare nel quartiere di Miraflores.
La città si sa che non è la più tranquilla al mondo, dunque
siamo voluti andare sul sicuro soggiornando al
Tierra Viva Miraflores Larco, una catena che conoscevamo molto bene. L’hotel
non è niente di speciale, si trova in un palazzone anonimo con camere prive
di vista, però è pulito, sicuro e ha una posizione centralissima.
Esattamente quello che cercavamo.
Volendo mangiare pesce nel quartiere di Miraflores non c’è
che l’imbarazzo della scelta, però Lima è famosa per i migliori
ristoranti di pesce di tutto il Peru, dunque non volevamo sbagliare.
Punto Azul è ottimo e si mangia molto bene. Il problema è
che la Lonely Planet non è un libro segreto per pochi eletti, dunque
preparatevi ad una lunga lista d’attesa.
Non ci credo, ho finito di scrivere questo diario di viaggio!
Non vorrei sbagliarmi
ma è il più lungo che abbia mai scritto e questo, se non l’avete
ancora capito, la dice tutta sulla varietà e sulla quantità dell’offerta
turistica peruviana.
Chiudo con l’ultimo consiglio, non fate come me che
ho aspettato anni prima di decidermi, non rimandare a domani il Perù che
puoi visitare oggi.
Ti piacciono anche i video di viaggio?
Oltre alle foto che vedi in questo articolo ho anche girato alcuni video.
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